Monday 29 June 2009

Transformers: la vendetta del Caduto (M. Bay, 2009)


Sam Witwicky (Shia La Beouf), tornato alla quasi-normalità della vita e sul punto di iniziare il college, è costretto ad affiancare nuovamente l'alieno Optimus Prime e la sua squadra di Autobots per impedire ai perfidi Decepticons di distruggere la Terra.

Squadra vincente non si cambia. Il regista Michael Bay (tra gli altri, "Armageddon", "The Rock" e "Pearl Harbor"), alla sua seconda impresa con gli alieni del pianeta di Cybetron, mantiene sullo schermo gli stessi personaggi del film precedente, con qualche gradita estensione dello screen time di alcuni di essi, nonché con qualche piacevole aggiunta (ad esempio il piccolo Wheelie, i cui turpiloqui farebbero arrossire un rapper).

La critica statunitense si è abbattuta sul film come un uragano, con frasi del tipo "...il film, in appena pochi secondi, perviene all'incoerenza..." (così John Anderson in "The Washington Post", 24 giugno 2009), oppure, "questo ... è un ammasso di schifezze luccicanti" (così Joe Morgenstern in "The Wall Street Journal", 29 giugno 2009), o ancora, "... è più che brutto, dà forma ad una autonoma categoria di terrificante ..." (così Peter Travers in "Rolling Stone", 24 giugno 2009).

Indubbiamente a Hollywood sembra vigere una sorta di "regola del quadrato", in base alla quale un blockbuster di successo deve necessariamente ricevere il beneficio del sequel e le proporzioni di una tale operazione devono essere inequivocabilmente elevate al quadrato rispetto a quelle del predecessore.

"La Vendetta del Caduto" ha spazio per una maggiore quantità di scene d'azione, i combattimenti occupano gran parte del film e gli alieni sono complessivamente di più; tuttavia, a mio avviso, il quid pluris non inficia la miscela originaria, a differenza di quanto è accaduto ad diversi film dello stesso genere (ad esempio il pessimo "Spider-Man 3").

Il film si salva per lo più grazie ai numerosi momenti di comicità del tutto volontaria, che inducono gli spettatori a non prendere troppo sul serio l'insieme, quanto piuttosto a rilassarsi e a godersi il pirotecnico spettacolo.

Un altro punto di forza è costituito dal cast, capitanato da Shia LaBeouf, un giovane attore dalla vocazione comica innata (non a caso si è affermato nei segmenti del noto "Saturday Night Live Show"), assistito da validi comprimari (non tanto Megan Fox, quanto piuttosto Kevin Dunn e Julie White nel ruolo, che sfiora il satirico, degli stralunati genitori di Sam).

Gli effetti speciali sono strabilianti e, a tratti, gli alieni mostrano di provare sentimenti umani: l'esempio più immediato è ovviamente quello del commovente rapporto tra Sam e il suo tenero protettore Bumblebee (in italiano, letteralmente, "calabrone", forse a causa dei colori che lo contraddistinguono, chissà).

La musica trionfale, nonché memorabile, di Steve Jablonsky ("The Island", "Desperate Housewives", tra gli altri), uno degli allievi del grande maestro Hans Zimmer (tra l'altro, vincitore del premio Oscar per la colonna sonora di "Il Re Leone"), accompagna il tutto, insieme ai ritmi dei Linkin Park, oramai assidui collaboratori della serie.

L'unica critica netta che vorrei avanzare nei confronti del film è la sua eccessiva durata: personalmente ritengo che venti minuti in meno di esplosioni, a fronte dell'attuale durata di 147 minuti, non avrebbero nuociuto ad uno sviluppo più agevole della storia.