Monday 27 February 2012

84th Academy Awards: commenti "a caldo".



Finalmente Meryl
Sono dovuti passare tre decenni perché Meryl Streep, la più nominata all'Oscar delle attrici, portasse a casa la statuetta, senza dovere, come sottolineato con pungente ironia dal presentatore Billy Crystal, apparire contenta per l'ennesima volta della vittoria di qualcun altro. Era passato troppo tempo, di belle - magari non sempre eccellenti - interpretazioni da parte sua in questo lungo intermezzo ce ne sono state diverse e quello che per un'altra attrice sarebbe potuto diventare il ruolo di una vita è stato lo stimolo per i membri dell'Academy a non rendere nuovamente la candidatura a Meryl Streep una questione di default.

Una questione di classe
Liberatasi di inutili orpelli che ne allungavano inesorabilmente la durata, la cerimonia di quest'anno è stata notevole sia dal punto di vista scenografico, ispirandosi nostalgicamente all'idea dell'"andare al cinema" oramai tramontata, sia dal punto di vista della struttura, organizzando meglio la successione dei premi ed evidenziando organicamente un filo conduttore - quello appunto dell'"andare al cinema" - che ha reso l'intera cerimonia molto più sensata rispetto alle precedenti vicine nel tempo. A questo si deve aggiungere la presenza incisiva di Billy Crystal, che ha saputo mantenere vivo il ritmo della serata con interventi brevi ma azzeccatissimi e frequenti.

"The Artist" un po' sopravvalutato?
Manifestando innanzitutto la mia contentezza per la vittoria di quella chicca che è "The Descendants" nella categoria della sceneggiatura non originale e lasciando da parte i soliti strafalcioni che l'Academy mette in atto nella fase di selezione dei candidati, a me pare che "The Artist" sia stato a tratti un po' sopravvalutato rispetto ad altri film in gara. Questo non significa che io non lo ritenga un bel film - lo è, ed alcune sequenze in particolare sono eccezionali - ma, quando si tratta di assegnare l'Oscar per il miglior film, io preferisco vederlo attribuito ad un film completo, che privilegia in egual modo sostanza e forma, ammesso che la sostanza sia di per sé già perfetta. Per me "The Artist" tende a privilegiare un po' troppo la forma, mentre il film più completo tra i nove candidati era - ed è, a mio avviso - "The Help": occupandosi di una storia che, nelle mani sbagliate, sarebbe diventata un tv-movie per la Hallmark, il film racconta con genuina passione, equilibrando perfettamente impegno e commedia, vite di donne straordinarie, le cui personalità rimangono impresse ben oltre i titoli di coda. Si tratta di un film in grado di comunicare allo spettatore la bellezza e la difficoltà di credere in qualcosa che è più grande di noi, il tutto con una sceneggiatura perfetta e delle prove attoriali strepitose. Io l'avrei premiato.