Wednesday 7 July 2010

Eclipse (D. Slade, 2010)


Un esercito di vampiri assetati è in marcia verso Forks, spargendo terrore e distruggendo tante vite, con un unico obiettivo: annientare il clan dei Cullen. Chi è il burattinaio che si nasconde dietro ad una operazione così sadica? E soprattutto, perché uno sconosciuto si è introdotto nella casa di Bella (Kristen Stewart), sottraendo un semplice maglioncino rosso?
In sé considerato, "Eclipse" è un'opera cinematografica di grande valore artistico, affidata ad un timoniere, il regista britannico David Slade ("30 giorni di buio", "Hard Candy"), il cui genere naturale è l'horror...e si vede. La matrice letteraria è caratterizzata da un certo "immobilismo", sia in termini di sviluppo della trama che di passaggi descrittivi, e privilegia nettamente il dialogo sull'azione, rendendo decisamente ardua l'impresa dell'adattamento cinematografico, che nelle mani sbagliate si sarebbe tradotto in un autentico colpo di sonno. Al contrario, il film è il risultato di un sapiente bilanciamento tra azione, avventura e dramma romantico, con qualche fondamentale dose di humour che mancava nelle pellicole anteriori, e finisce per appassionare, anche grazie alla mancanza dei famigerati momenti "LOL" dai quali "New Moon" non andava esente. Qualcuno si è lamentato delle scene d'azione, avendo constatato la pressoché totale assenza di spargimenti di sangue, e tuttavia simili critiche sono difficilmente condivisibili, dal momento che il film si conforma al rigueur e alla (rara) sobrietà con cui Stephanie Meyer descrive tali momenti. Le scene di dialogo sono indubbiamente molto lunghe e, in alcuni casi, accompagnate da un flashback ma non annoiano perché mettono in luce interessanti sfumature caratteriali dei personaggi di volta in volta considerati, tra l'altro non solo quelli principali. I tre interpreti principali dimostrano di aver raggiunto finalmente la maturità attoriale e si destreggiano abilmente fra i tormenti amorosi che diventano sempre meno adolescenziali e tendono invece a proiettarsi nel mondo degli adulti, mentre gli altri non si limitano a fare da contorno, bensì asseriscono con forza la propria individualità. "Eclipse" è tutt'altro che un film riservato a fanciulle isteriche con encefalogramma piatto, in quanto compie uno sforzo intellettuale che deve tuttavia fare i conti con il franchise a cui è legato a doppio filo. In altri termini, qualsiasi film dalla saga di "Twilight" prescinde dal reale valore della pellicola nel momento in cui diventa il punto di riferimento di una spietata ed efficace operazione di marketing e, tra gossip, pubblicità e gadget, un'opera d'arte diventa un prodotto di consumo qualunque. "Eclipse" è un bel film, ma per essere apprezzato necessita di spettatori liberi da pregiudizi e, soprattutto, ben informati. Infatti, l'unica (importante) pecca che si può attribuire al film è quella di non essere autonomo rispetto ai precedenti, dati i continui riferimenti agli accadimenti svoltisi nei medesimi. Con un po' di buona volontà, chi non ha ancora visto i primi due capitoli della saga è semplicemente invitato ad approntare un bagaglio informativo di modo da poter assistere ad uno spettacolo notevole che vale sicuramente il prezzo del biglietto.