Monday 13 January 2014

La stagione dei premi 2014: film drammatici



Gravity di A. Cuarón

Molto difficile rendere ad altri l'idea di un film come questo. Io l'ho visto con altre due persone e la reazione di tutti è stata molto forte: c'è chi durante i titoli di coda è stato immobile ed in silenzio, c'è chi è riuscito a proferire qualche esclamazione sbalordita e poi ci sono io, che mi sentivo fisicamente male, come avessi passato un'ora e mezzo - questa la durata, sia effettiva che nell'ambito della narrazione - insieme a Sandra Bullock, avendo sopportato prove fisiche al di là dell'umano. Forse è perché lo stile registico di Cuarón quasi supera l'estremo realismo proprio di un documentario, facendo sì che lo spettatore si senta in tutto e per tutto impotente e al contempo addentro alle vicende dei personaggi. Ciò non significa tuttavia che questo film sia privo dei linguaggi propri del cinema, anzi! Che si tratti della fotografia o delle interpretazioni, degli effetti visivi o della sceneggiatura, questo film è un gioiello, non raffinato bensì straziante nella sua immediatezza. Uno degli aspetti più interessanti - sicuramente essenziale per la riuscita del film - è costituito dalla spiritualità sui generis che pervade tutta la trama: non voglio rivelare alcunché perché ve ne accorgerete man mano, dico solo che è questa peculiare dimensione che dona profondità alla storia e fa entrare il film sottopelle. 

Gli altri candidati: 12 Years a Slave
                           Captain Phillips
                           Philomena
                           Rush

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