Sunday 23 February 2014

Speciale Oscar 2014. Recensione breve: Blue Jasmine (di W. Allen, 2013)

Candidato ai premi Oscar: - Miglior attrice protagonista
                                                       - Miglior Attrice non protagonista
                                                    - Miglior sceneggiatura originale

“There’s a world of men out there who’d never think of ripping a phone out of the wall” 

Il genio di Woody Allen ha saputo cogliere più volte ciò che molti grandi autori non sono stati in grado di carpire: l’animo femminile. “Blue Jasmine” è esemplare in questo senso, al centro della storia vi è il rapporto tra due sorelle (adottive), in particolar modo la loro specularità nel ripetere gli errori del passato, specularità che nel corso della storia dà luogo ad una inattesa, originale e sottile forma di solidarietà ed affetto tra le due. Sebbene la sceneggiatura non sia esattamente tra le migliori di Allen, pur non mancando le folgoranti battute che ne caratterizzano lo stile, le interpretazioni di Cate Blanchett e Sally Hawkins – in particolar modo la prima, un mix straordinario (e assolutamente meritevole del premio Oscar) di fragilità e velleitarietà - sono sicuramente tra le migliori mai viste in un film di Allen, a tal punto da catturare empaticamente lo spettatore, che passa dal disprezzare gli evidenti difetti delle sorelle a tifare spudoratamente per entrambe, nella speranza che trovino un loro pur precario equilibrio interiore e non siano più “blue”. Cupo e brillante allo stesso tempo, questo è un film che tiene dall'inizio alla fine.

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