Saturday 27 February 2010

Invictus (C. Eastwood, 2009)



2 Academy Award Nominations:
Best Actor in a Leading Role - Morgan Freeman
Best Actor in a Supporting Role - Matt Damon

Il film, tratto da eventi realmente accaduti, narra dell'incontro tra Nelson Mandela (Morgan Freeman) e il capitano della squadra di rugby sudafricana Francois Pienaar (Matt Damon) e dell'obiettivo comune che i due perseguirono.
Le critiche mosse nei confronti di questo film sono unidirezionali: l'assuefazione di Clint Eastwood alle ingiustizie più torbide che ha portato per anni sul grande schermo lo avrebbe disorientato e reso timido di fronte ad una storia fondamentalmente positiva. Di conseguenza, non avrebbe approfondito a sufficienza la figura di Nelson Mandela, qui interpretato dal saggio e carismatico Morgan Freeman, attore prescelto dallo stesso Mandela. Tuttavia, simili argomentazioni deviano abissalmente da quello che è lo scopo del film, non quello di ripercorrere la biografia di un uomo bensì di testimoniare la capacità dello sport, in particolare uno di quelli attualmente più svincolati dalla corruzione del "mercato", di unire le persone anche nei casi più disperati.
"Invictus" è un film poderoso come i suoi giocatori di rugby, adrenalinico grazie alla splendida fotografia di Tom Stern e supportato da un cast perfetto, all'interno del quale spicca uno strabiliante Matt Damon nel ruolo di Francois Pienaar (perfetto il suo accento sudafricano, a differenza di quello di Freeman), per sua sfortuna già victus nella corsa all'Oscar dal sublime Christoph Waltz di "Bastardi senza gloria".
L'aspetto maggiormente interessante è sicuramente dato dalla "multifocalità" della vicenda: la trama è unica, ma è raccontata da punti di vista molto diversi tra loro, ognuno con una propria motivazione alle spalle.
Innanzitutto vi è Mandela, che inizialmente vede nel campionato mondiale di rugby l'opportunita di lanciare in modo eclatante un messaggio politico di unione e finisce per essere egli stesso coinvolto nella fervente anticipazione di un qualunque tifoso, rinnovando il suo spirito guerriero indomabile nella convinzione che debba sempre essere possibile cambiare lo stato delle cose.
In secondo luogo vi è Pienaar, il simbolo della transizione dall'ideologia paterna dell'apartheid verso un nuovo modo di pensare dei cittadini sudafricani, coraggioso apostolo di un messaggio di pace inizialmente frainteso da entrambi i lati della divisione razziale.
In terzo luogo, vi è il cast corale dello staff presidenziale, nel quale ogni persona è in qualche modo influenzata dalla figura centrale e finisce per essere trasformata nel profondo, pronta a dare la vita per qualcosa di infinitamente più grande e importante.
Ciò che Eastwood trasmette ai suoi spettatori, senza propaganda politica o strepiti retorici (alla faccia di chi ha definito questo "un film dell'era Obama"!), è quel senso di dignità che porta a credere ed a combattere per qualcosa e chi si lascerà conquistare dalla sobria bellezza del film uscirà dal cinema con l'impulso, per quanto temporaneo, di portare a termine qualcosa di molto rilevante.

Il testo della poesia "Invictus" di W.E. Henley, che ha ispirato il titolo del film, si trova qui http://en.wikipedia.org/wiki/Invictus

Trailer originale:




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