Thursday 26 February 2009

Miglior film d'animazione/Best animated feature film : WALL-E (A. Stanton, 2008)


WALL-E come Charlot. Era da quando Charlie Chaplin abbracciava il suo monello che il cinema non offriva un coinvolgimento così intenso senza fare uso del timbro di una voce umana, tale da produrre una simbiosi emotiva tra lo schermo e lo spettatore.

Il piccolo robottino è frutto di una genialità pura ed indiscriminata, la sua tenerezza muove alle lacrime e la sua espressività supera quella dei suoi pur bravissimi colleghi in carne ed ossa che gli hanno tenuto compagnia nella stagione dei premi culminata con gli Oscar.

Quando WALL-E incontra E.V.E., assorbe tutta la forza delle emozioni provocate dalla freccia di Cupido e la riversa sullo schermo senza alcun intermediario che ne argini gli effetti: inizia un sogno che vede nel meraviglioso viaggio di WALL-E nello spazio il momento artistico più alto, direi sublime, del film.

La tenacia visionaria dell'insieme suscita uno stato d'animo paragonabile a ciò che provò Alice quando cadde nella tana del coniglio, ovvero un senso di sconcerto e meraviglia, provato da chiunque assista ad un capovolgimento della propria prospettiva su tutto ciò che esiste: WALL-E è più umano degli umani, in quanto in lui possiamo intravedere tutte le caratteristiche positive degli stessi e neanche l'ombra di quelle che hanno in sé profili di negatività, ed è, in un certo senso, il fondatore di un'umanità rinata, innocente.

Molti hanno posto l'accento sulla parabola ecologica rappresentata dal film nel suo complesso e, indubbiamente, questo elemento è trattato una giusta dose di serietà ed a tratti con un pizzico di amara ironia nei confronti degli umani che non imparano mai.

Personalmente trovo che l'originalità del film stia, in gran parte, nella geniale intuizione di aver voluto compiere una rivoluzione copernicana riguardo al modo in cui noi percepiamo il concetto di umanità: Andrew Stanton non è ricorso al classico espediente di creare robot "umani" utilizzando i parametri che ci permettono di individuare un essere umano, bensì ha creato nuovi parametri da un sostrato nuovo, il piccolo WALL-E, la cui personalità diventa il criterio primo al quale raffrontare gli umani del film.

WALL-E arriva a provare ciò che prova tramite un percorso diverso ed autonomo rispetto al nostro, a tal punto da diventare l'idea, in senso platonico, di umanità, rispetto alla quale gli umani del film, e quindi noi tra un bel po' di anni, finiscono per essere una mera copia.

Dunque è squisitamente paradossale che siano stati uomini a concepire questo gioiello e che il Vero sia rappresentato dal piccolo robottino che colleziona rifiuti, danza al ritmo dei vecchi musical ed è curioso di ciò che sta al di là della fitta e perenne coltre di nubi sulla terra devastata dall'inquinamento.

Potrei scrivere molto di più sul film, per esempio riguardo all'influenza di WALL-E sugli altri robot (ma i più attenti se ne saranno accorti) e tuttavia credo che sia più opportuno fermarmi finché ne sono capace.

Oscar meritatissimo, forse era inutile precisarlo. Perché mai L'Academy non ha voluto candidare "WALL-E" nella categoria "Miglior film dell'anno"? Solo uno dei misteri di questa 81esima edizione.

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